Missioni a Lusaka (Zambia-Africa Centrale)

Il Dott. Daniele Gandini ha partecipato, dal 1995 al 2004 a sei missioni chirurgiche presso lo "Zambian Italian Ortopaedic Hospital" di Lusaka in Zambia dove, ha eseguito, con il Prof. Paolo Santoni Rugiu, (ideatore e promotore delle missioni zambiane) circa 250 interventi di chirurgia plastica pediatrica per malformazioni congenite ed esiti di ustioni.                                                                      

Nell’Agosto 2002 ha organizzato e diretto una ulteriore missione chirurgica in Zambia della durata di 20 giorni, durante la quale ha eseguito 35 interventi ricostruttivi

"Era la primavera del 1995, quando Paolo Santoni mi chiese se volevo andare con lui ad operare in Zambia, Africa Centrale in un piccolo ospedale appena aperto, da lui trovato grazie ad una rivista del Rotary. Da lì cominciò la mia esperienza di chirurgo plastico all'estero; con Paolo Santoni facemmo negli anni successivi ben sei missioni di circa un mese ciascuna a Lusaka in Zambia, operando moltissimi bambini e adulti malformati e ustionati; grazie a questo “input” ho poi proseguito questa attività, in altre parti del mondo, in Tibet, in Cina, in Uganda, in Bolivia e in Viet Nam, tutte missioni fatte con l' associazione Interplast Italy.

Mentre io operavo in Tibet Paolo Santoni operava in Iraq (durante la guerra) e poi in Cambogia. E così ha continuato a fare, Paolo Santoni, fino a pochi mesi prima di morire; era tornato dalla Cambogia da pochissimo, e nonostante non stesse bene di salute, mi disse che gli sarebbe piaciuto poter fare ancora un’altra missione insieme a me, magari in Uganda; In Uganda in quegli anni esisteva un solo chirurgo plastico, il dott Edris Kalanzi Wamala che si è formato con me in Italia (quando lavoravo in Ospedale) grazie al Prof Santoni che lo fece venire a Pisa.

Nel 2007 viene pubblicato il libro "A History of Plastic Surgery" scritto da Paolo Santoni Rugiu e Philip Sykes, un capolavoro sulla storia della chirurgia plastica, dagli egiziani ai giorni nostri (ed. Springer Verlag), dove il Prof. mi ha fatto il grande regalo di citarmi, riportando due casi clinici di labiopalatoschisi da me operati in Tibet.

 

Paolo Santoni, Tord Skoog

Paolo Santoni, negli anni sessanta in Svezia insieme a Tord Skoog

Paolo Santoni si specializzò in Svezia, ad Uppsala, nel reparto di Toord Skoog, uno dei chirurghi plastici piu famosi del mondo, uno dei padri della chirurgia plastica moderna, ideatore di moltissime tecniche sia di chirurgia ricostruttiva (ustioni, labiopalatoschisi, chir della mano) che di chirurgia estetica (lifting, otoplastiche, rinoplastiche, mastoplastiche..) tutt'ora utilizzate. Paolo Santoni curò la traduzione italiana, dallo svedese, del libro capolavoro di Skoog "Plastic Surgery", considerato uno storico "sacro" testo per apprendere questa specialità. Paolo Santoni è deceduto a Copenhagen in Danimarca il 27 maggio 2009.

Chi come me ha potuto lavorare con lui e frequentare il reparto di Pisa da lui fondato negli anni 70, ha avuto l'immensa fortuna di potersi, anche se indirettamente, sentire un po "figlio" della celebre scuola svedese di chirurgia plastica.

 

Plastic surgery

 

 

Lo Zambia

La nostra attività in Zambia si è svolta sempre presso lo Zambian-Italian Hospital for Handicapped Children di Lusaka, fondato dal rotariano Emidio Grisostomi, ortopedico marchigiano e diretto, dalla sua nascita nel 1994 a fine degli anni 90, dalla suora missionaria francescana  Egidia De Luca, che ha passato 50 anni della sua vita in Zambia.

Il piccolo ospedale zambiano è patrocinato anche dalla “Cheshire Home Society”, una associazione internazionale inglese per l’assistenza ai bambini con danni spinali, fondata negli anni sessanta da Sir Leonard Cheshire (ex militare air force), che negli anni della seconda guerra fece parte del gruppo di militari che ricevettero purtroppo l’ordine di lavorare intorno al progetto delle due bombe atomiche poi lanciate su Hiroshima e Nagasaki in Giappone con le conseguenze che tutti sappiamo. La probabile successiva riflessione su questa sua, "partrecipazione" al disastro atomico lo portò a dedicarsi e fondare per il resto della sua vita, ospedali e enti di beneficenza per persone malate, con danni motori post bellici e non, orfane e disagiate in molti paesi del terzo mondo.

Lo Zambia è stato sempre raggiunto dai nostro team, via Londra, per un totale di circa 14 ore di volo, con la compagnia aerea inglese British Airways, che, quando fu necessario, nel 1996, portare in Italia una piccola paziente zambiana ustionata che non poteva essere operata lì, trasportò, gratuitamente la paziente di tre anni e la suora che l'accompagnava da Lusaka a Pisa.

Come sempre avviene nelle missioni di Interplast Italy, anche in Zambia doveva essere portato molto materiale per poter operare, acquistato grazie a finanziamenti e donazioni ricevute da privati, enti e clubs di servizi pisani come la Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, il Rotary, la Misericordia, il Rotaract, l'Inner Wheel, l'Ammi e anche da parte di tanti privati cittadini pisani.

Anche se il piccolo ospedale missionario era già attivo e funzionante era necessario portarsi comunque molto materiale ed attrezzature, sia per la particolare tipologia degli interventi di chirurgia plastica ricostruttiva, ma soprattutto per non gravare sulle risorse economiche della piccola struttura che opera solo grazie agli aiuti umanitari che gli giungono dai paesi più benestanti, soprattutto europei.

I nostri turni di lavoro all'ospedale zambiano erano di circa 10 ore al giorno; la presenza di due sale operatorie consentiva ai chirurghi ortopedici locali (l'inglese dr. Jellis e l'indiano dr. Mula) di poter lavorare in contemporanea alle nostre sedute operatorie; l'ospedale infatti aveva una grande attività chirurgica ortopedica (spesso urgenze) che non poteva essere interrotta. Durante le missioni il nostro team alloggiava in una casetta all'interno del giardino dell'ospedale stesso (la "doctor's house"), e questo ci consentiva di essere sempre vicini e presenti per ogni esigenza o evenienza sui nostri pazienti, anche la notte.

A parte l'andare a fare la spesa al supermercato africano del quartiere a fine giornata, non uscivamo praticamente mai dall'ospedale, anche perche Lusaka, la capitale, a quei tempi non era un granchè sicura; sia di giorno ma soprattutto la sera, il rischio di aggressioni per furto, spesso con omicidi, era molto alto; quando dovevamo necessariamente spostarci la sera in zone a rischio avevamo sempre con noi di scorta un militare armato di kalashnikov, addetto alla sicurezza dell'ospedale.

Durante i week end, quando l'attività dell'ospedale era sospesa ed il personale inermieristico era a riposo, avevamo modo di riposarci un pò e di guardarci intorno; riuscimmo ad andare nel sud ovest del paese, a Livingstone e anche in Zimbabwe, a Victoria Falls City, a vedere le impressionanti cascate Vittoria dello zambesi, tra le piu grandi del mondo, scoperte dal medico esploratore David Livingstone durante uno dei suoi viaggi africani e da lui così ribattezzate in onore della regina d'Inghilterra. Le cascate erano chiamate dai locali "mosi oa tunia" (il fumo che tuona) a causa dell'impressionante colonna di vapore che tutt'ora si vede da chilometri di distanza. David Livingstone, inizialmente inviato in africa dalla società missionaria inglese, vi restò moltissimi anni mettendo da parte il suo intento missionario per compiere esplorazioni geografiche. La sua ossessione era quella, oltre che trovare le sorgenti del fiume nilo, di dimostrare la navigabilità dello Zambesi dalla foce (in Mozambico) alle cascate. Questo non sarebbe mai stato possibile a causa della presenza di bassi fondali e di insuperabili rapide non navigabili (Kabora Bassa). Il peregrinare per anni di Livingstone in Africa, anche senza aver ottenuto particolari successi, lo rese in patria una figura leggendaria, al punto di essere considerato un eroe nazionale ed essere sepolto con tutti gli onori nell'abbazia di Westmister.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 L'incontro tra Livingstone e Stanley a Ujiji (nell'attuale Tanzania)

 

Riuscimmo in altre occasioni anche ad andare a vedere un pò di animali sia in un bellissimo e selvaggio parco naturale lungo lo Zambesi (Chiawa Camp, Lower Zambesi National Park), a sole tre ore da Lusaka, dove potevamo temporaneamente riprenderci dalle fatiche della sala operatoria ammirando la stupenda natura africana sulle rive dell'enorme fiume zambesi. Un anno riuscimmo ad andare a fine missione nell'incredibile zona del South Luangwa National Park, immensa zona a quai tempi selvaggia e sconosciuta ai più, zeppa di animali di ogni tipo, soggiornando non in comodi lodge ma in accampamenti spartani in capanne di frasche con pavimento di terra e con gli ippopotami (animali molto pericolosi) che si aggiravano la notte nel campo...

Dal 2004, anno dell'ultima missione a Lusaka, abbiamo spostato la nostra attività in altre parti del mondo (Paolo Santoni in Iraq e Cambogia ed io in Tibet, Cina, Uganda e Bolivia); questo perchè, con grande soddisfazione, a causa del grande numero di pazienti operati nel corso degli anni, le richieste di interventi in quella zona dello Zambia sono via via diminuite, e grazie anche al fatto che a Lusaka lavora ora a pieno ritmo e indipendenza un chirurgo plastico esule bosniaco, ormai "adottato" zambiano, il Dott. Goran Iovici che dopo aver lavorato per diversi anni con noi è ora è lì da solo e soddisfa le richieste di chirurgia ricostruttiva della zona della capitale e delle aree limitrofe.

Sempre grazie ad una idea del Prof. Paolo Santoni, il medico ugandese, Edris Kalanzi Wamala, venuto con noi per due volte in Zambia, ha potuto specializzarsi a Pisa in Chirurgia Plastica, con una borsa di studio della Comunità Europea, lavorando per quattro anni con me per poi tornare a Kampala, in Uganda e poter lavorare lì come uno dei pochissimi chirurgi plastici del suo paese.

 

Missioni LUSAKA (Zambia - Africa Centrale) 1995-2004

Missione LUSAKA 1995

Durata: 4 settimane, periodo: Agosto
Chirurghi Plastici: PAOLO SANTONI, DANIELE GANDINI
Anestesista: MARZIA CORINI
Infermiere strumentiste: A. Mwambazi, M. Chileshe (zambiane)

INTERVENTI ESEGUITI: 20

durata interventi tra 40 min e 5 ore
Tipologia interventi:
Esiti ustione 11
Labiopalatoschisi 2
Malformazioni congenite mano/piede 2
Cheloidi 2
Malformazioni genitali 1
Altro (neoplasie tessuti molli) 2

E' la prima missione in Zambia, con la quale Paolo Santoni, Daniele Gandini e Marzia Corini, nel 1995 iniziarono la loro attività chirurgica nella ex Rhodesia, che sarebbe poi proseguita con una missione all'anno, per sette anni.

Nel 1995 quando i medici pisani iniziarono a lavorare a Lusaka, il piccolo ospedale missionario appena aperto, ed inaugurato proprio con i loro interventi, aveva solo sei lettini pediatrici ed una piccola sala operatoria; nel 2004, grazie a fondi giunti in Zambia dall'estero (piucchealtro da paesi europei) lo Zambian Italian Hospital aveva già raggiunto la quota di 30 letti di degenza suddivisi in tre corsie, la sala raggi, la riabilitazione, il laboratorio per le analisi, una fornita farmacia e due sale operatorie funzionanti.

In questa missione vi fu una intensa collaborazione chirurgica con una equipe di ortopedici italiani e con ortopedici inglesi residenti a Lusaka (Prof. Jellis e Dr Gregory) nonché con un chirurgo plastico locale bosniaco, il Dr Goran Jovici, che ha poi proseguito la propria attività chirurgica nello stesso ospedale.

Missione LUSAKA 1996

Durata: 3 settimane, periodo: Agosto
Chirurghi Plastici: PAOLO SANTONI, DANIELE GANDINI
Chirurgo Generale: MANUELA RONCELLA
Anestesista: MARZIA CORINI
Strumentiste ed infermiere di sala: locali
Personale infermieristico e collaboratori: BARBARA FODALE (Infermiera Fisioterapista, palermo)

INTERVENTI ESEGUITI:39

durata interventi tra 30 min e 3 ore
Tipologia interventi:
Esiti ustione 19
Labiopalatoschisi 2
Malformazioni congenite mano/piede 4
Cheloidi 4
Noma (cancrum oris) 2
Malformazioni genitali 1
Altro (neoplasie tess molli) 7

Nel secondo anno di attività a Lusaka, l'equipe di Interplast Italy ha potuto contare sulla presenza di un chirurgo generale, la D.ssa Manuela Roncella, grazie alla quale ha potuto affrontare anche interventi più complessi di chirurgia neoplastica mammaria e del collo; Quest'anno, la presenza di una  infermiera fisioterapista italiana, Barbara Fodale, ha coadiuvato i chirurghi di Interplast nello svolgimento del proprio lavoro presso l'ospedale zambiano.

Missione LUSAKA 1997

Chirurghi Plastici: PAOLO SANTONI, DANIELE GANDINI
Anestesisti: MARZIA CORINI, MARINA CALAFA’

Collaboratori: Maria Lilli
Strumentiste e personale di sala: locali

INTERVENTI ESEGUITI:44;

durata interventi tra 40 min e 2 ore;
Tipologia interventi:
Esiti ustione 17
Labiopalatoschisi 4
Malformazioni congenite mano/piede 8
Cheloidi 5
Altro (neoplasie tessuti molli) 10

Nel 1997, l'equipe di Interplast, oltre che da Paolo Santoni e Daniele Gandini, era formata da una volontaria, Maria Lilli e da due anestesiste, Marzia Corini e Marina Calafà che potevano così alternarsi in sala e nella gestione postoperatoria dei piccoli pazienti operati.

Al termine di questa missione venne portata in italia una bambina con gravi esiti di ustioni che non poteva essere operata in Africa; la piccola Emma, di tre anni, orfana di madre, accompagnata da una suora infermiera, soggiornò per due mesi a Pisa, ospite in un convento e venne sottoposta presso la Chirurgia Plastica di Pisa a svariati interventi di ricostruzione del volto gravemente ustionato; a fine trattamento potè rientrare al suo paese con la cute del volto interamente sostituita con tessuti cutanei espansi prelevati dall’addome, il naso e le papebre ricostruiti, e tre grandi valige di vestiti ed un po di denaro donategli da molti generosi cittadini pisani.

Missione LUSAKA 1998

Durata: 3 settimane. periodo: Agosto
Chirurghi Plastici: PAOLO SANTONI, DANIELE GANDINI
Medici Specializzandi: STEFANO MALLOGGI
Anestesista: FERDINANDO CELLAI
Strumentiste e personale di sala: locali

INTERVENTI ESEGUITI:21

durata interventi tra 40 min e 3 ore;
Tipologia interventi:
Esiti ustione 8
Labiopalatoschisi 3
Malformazioni congenite mano/piede 3
Cheloidi 3
Noma 1
Altro (neoplasie tess molli) 3

Missione LUSAKA 2000

Chirurghi Plastici: PAOLO SANTONI, DANIELE GANDINI (pisa)
Medici Specializzandi: EDRIS KALANZI (uganda) , ISABELLA MAZZOLA (milano)
Anestesista: LOCALE (MR MWAMBA), infermiere specializzato
Strumentiste e personale di sala: locali
Collaboratori: FRANCESCA VENZA (farmacista-trapani)

INTERVENTI ESEGUITI: 63

(Esiti ustione, labiopalatoschisi, cicatrici cheloidee, noma)

Missione LUSAKA 2002

Durata: 2 settimane, periodo: AGOSTO
Chirurgo Plastico: DANIELE GANDINI
Medici Specializzandi: LIVIO COLIZZI, EDRIS KALANZI
Anestesista: ROBERTO MOZZO
Strumentiste e personale di sala: locali
Collaboratori: FRANCESCA VENZA (farmacista)

INTERVENTI ESEGUITI:30
25 BAMBINI, 5 ADULTI per Esiti ustione, labiopalatoschisi, neurofibromatosi, noma (cancrum oris)

A questa missione, il cui team leader e organizzatore era Daniele Gandini, presero parte Edris Kalanzi Wamala, chirurgo generale ugandese in specializzazione in Italia, Livio Colizzi, medico specializzando di Chirurgia Plastica a Pisa, Roberto Mozzo, anestesista pisano della chirurgia generale di cisanello e Francesca Venza, farmacista siciliana, già presente a Lusaka nel 2000, con il compito di organizzare il funzionamento della farmacia dell'ospedale, la catalogazione e lo stoccaggio della grande quantità di farmaci e materiali in arrivo con le donazioni.

Missione LUSAKA 2004

Durata: 2 settimane, periodo: Agosto
Chirurghi Plastici: PAOLO SANTONI, DANIELE GANDINI
Specializzandi:
Anestesista: locale (Mr MWAMBA), infermiere specializzato
Strumentiste e personale di sala: locali

INTERVENTI ESEGUITI: 35

(esiti ustione, malformazioni congenite facciali e degli arti)

Con questa missione del 2004, si è concluso il ciclo di sette missioni chirurgiche in Africa Centrale di Interplast Italy, a causa di un notevole calo di richieste di intervento per patologie specifiche della chirirgia plastica; questo positivo calo di casi clinici, riteniamo sia dovuto sia all'elevato numero di interventi eseguiti negli anni ma soprattutto alla presenza stabile a Lusaka di un chirurgo plastico locale formatosi con noi negli anni, e divenuto perciò assolutamente indipendente ed in grado di affrontare ed eseguire con successo la maggioranza degli interventi ricostruttivi durante tutto il corso dell'anno.